Le misure di distanziamento e isolamento fisico, la chiusura di scuole e luoghi di lavoro, ci hanno messo particolarmente alla prova, poiché hanno inciso su ciò che amiamo fare, sul dove e sul con chi avremmo voluto essere, quindi sulla nostra identità. L’esistenza dell’essere umano non è quella di un soggetto chiuso in sé stesso, ma in rapporto con gli oggetti e con gli altri. Trascorrere giorni o settimane a casa con risorse, stimoli e contatti sociali limitati può metterci a dura prova. Uno degli aspetti fondamentali da tenere in considerazione in questo particolare momento è stato il fatto che il tempo improvvisamente si è dilatato, le possibilità di azione e la progettualità si sono ridotte.
L’isolamento e l’obbligo di rimanere nei pressi delle proprie case, indipendenti dalla propria volontà, può aver dato origine a una sensazione di costrizione e di mancato controllo della nostra stessa esistenza.
Il covid-19 ci ha portato a cambiare il nostro stile di vita, in primo luogo per quanto riguarda la radicale e improvvisa modificazione del tempo “vuoto” a disposizione. Ci siamo ritrovati quindi, da un giorno all’altro a dover ristrutturare la nostra routine e soprattutto a reinventarci su come riempire questo vuoto. Gli aspetti negativi della realtà in cui siamo sempre vissuti, costituita da tempi ristretti e soffocati, stress di passare da un luogo all’altro per esigenze lavorative, e non solo, avendo i minuti contati, all’improvviso si sono trasformati in positivi e bramabili, così come il tanto desiderato riposo è diventato un peso difficilmente tollerabile.
In situazioni come quella che abbiamo vissuto mantenere una routine quotidiana può aiutare sia gli adulti che i bambini a conservare un senso di ordine e scopo in questo momento della loro vita, nonostante l’isolamento e la quarantena.
Programmare il proprio tempo impedendo che esso scorra inesorabile ci consente di non diventare passivi, ma di rimanere attivi nella ricerca, seppur con inevitabili limitazioni, di nuove progettualità di avere il controllo di noi stessi.
Inoltre, quali sono le sensazioni che ci possono pervadere nella ripresa del tutto o in parte di quelle attività quotidiane che per un lungo periodo di tempo sono stati abbandonate?
- Improvvisa modificazione del tempo “vuoto” a disposizione. Da un giorno all’altro abbiamo dovuto ristrutturare la nostra routine e soprattutto reinventarci su come riempire questo vuoto: riprendere il controllo. Difficoltà nella definizione degli obiettivi futuri vista l’incertezza della situazione che la pandemia ha creato su diversi versanti.
- Difficoltà nel vedere il tempo del “dopo”, sembra che nulla tornerà come prima
- Perdita di motivazione
- Perdita del senso di sé
- Riduzione del controllo della propria esistenza
- Disturbi del sonno
- Alterazione della percezione del nostro corpo
- Sentimenti di noia, tristezza, ansia
- Percezione dell’insufficienza delle risorse a propria disposizione
- Percezione che il tempo scorra inesorabile
- Difficoltà relazionali
Nonostante la ripresa della gran parte delle attività precedenti l’inizio della pandemia, possono permanere:
- sensazione di incertezza
- timore
- alterazione tono dell’umore
- iperarousal (stato di iper-vigilanza che richiede grande sforzo attentivo e persistenza di un’eccessiva attivazione del sistema nervoso autonomo caratterizzato da aumento della sudorazione, tachicardia, respiro affannoso)
Anche se ognuno di noi è diverso dall’altro e ha esigenze diverse, la parola d’ordine rimane “gradualità”
Gestire il proprio tempo aiuta ad avere il controllo, almeno in parte, della propria esistenza e di sé stessi.